persefone

Persefone – la Figlia della Madre

Ha due nomi Kore e Persefone (detta Proserpina dai romani).
Kore (dal greco: fanciulla) è la dea della primavera, amatissima unica figlia di Demetra, ignara e infantile, raccoglie fiori nel prato quando viene rapita e violentata da Ade, re degli inferi, che la trascina nel suo regno dei morti. Demetra fa di tutto per riaverla con sé e riesce nel suo intento. Ma Kore ha mangiato il melograno, il frutto sacro dell’Averno, offertole da Ade e per questo non può tornare sulla terra in modo completo: passerà un terzo dell’anno (l’inverno) nel regno dei morti (l’Ade), dove sarà Regina degli inferi, dea capace di condurre chi vi giunge e capace di ottenere tutto ciò che vuole.
Il mito, abbiamo visto, parla poco di lei, se non come divinità minore che ha vissuto (subito) l’influenza dei due cronidi, prima della madre, Demetra, e poi del marito, Ade.
Persefone sembrerebbe una dea vittima degli eventi e in effetti così è per buona parte della sua vita, fin quando scende negli inferi, dove viene messa di fronte alle (sue) ombre, ritrova la sua grandezza, il suo valore, la sua magnificenza, fino a scegliere essa stessa di diventare Regina degli Inferi. Ogni anima, mortale e immortale, alla fine giungerà nel suo regno.
Il suo motto è “Mi guardo dentro e rinasco”.

La donna Persefone

La donna Persefone ha vissuto subendo l’influenza degli altri per tutta la sua vita.
Bambina modello, studentessa modello, moglie modello.
Ha sempre compreso i bisogni di chi le era vicino e li ha incarnati, trasformandosi di volta in volta, ma perdendo sempre più se stessa ad ogni maschera, ad ogni cambiamento.
Persefone è un archetipo passivo e non si evolve in Regina da solo.
Sarà un evento esterno nella sua vita, profondo e traumatico, a destabilizzarla e a farla precipitare nella sua notte buia dell’anima. Giunta nei suoi inferi, inizierà il suo lavoro interiore, abbraccerà le ombre, tornerà integra, scoprirà chi è davvero e rinascerà Regina.
La Persefone Regina diventa guida per gli altri, perché ha grandi capacità di empatia e sa condurre per mano nella propria oscurità per poi facilitare il percorso di ritorno alla luce.
La Persefone Regina spesso si occupa dell’animo umano nella professione: è psicologa, consulente, coach, maestra di percorsi di crescita etc.
Avere il suo archetipo attivo e in equilibrio ci permette di essere visionarie, empatiche e di sviluppare una buona leadership.

Il lavoro interiore

Molte persone sono convinte che il lavoro di crescita interiore sia un percorso sempre lineare e sereno.
Non è così. È vero che l’evoluzione spirituale può farti vivere nella pace, ma può anche metterti di fronte a qualcosa di inaspettato: le tue ombre.
Le ombre sono quelle parti di noi che vogliamo nascondere ad ogni costo, che non vogliamo vedere, che ci spaventano.
Ciascuno di noi ha una parte di luce e una parte di ombra. Proprio quando non lavoriamo sulle nostre ombre, può capitare che queste si manifestino improvvisamente, quando, ad esempio, qualcuno ci dice qualcosa che non vogliamo sentirci dire. Quella persona non sta facendo altro che risvegliare quell’ombra in noi.
Il lavoro interiore può far paura, spesso si ha la sensazione che le ombre aumentino invece che diminuire.
In realtà non è che aumentino le ombre, ad aumentare è la consapevolezza delle fragilità, delle ferite, degli scheletri.
Si ha la sensazione di andare indietro invece di avanti. Bene, non è così. Quello che avviene è che la luce dentro diventa talmente più brillante da evidenziare le ombre, come in un gioco di contrasti. Le ombre ci sono sempre state, solo che adesso le vediamo più chiaramente. Più ombre noti, più stai lavorando bene e in profondità e stai andando verso la direzione giusta. Solo se lavorerai sulle tue ombre potrai raggiungere l’integrità e ottenere la vita veramente Zen che tanto desideri.